Come si viaggia davvero nella cultura di un popolo?

È con questa domanda che voglio aprire questo articolo flash, in cui vi consiglio, rapidamente ma con sincero affetto, uno strano ma accattivante film indiano del 2022, ovvero Brahmāstra: Part One – Shiva, diretto da Ayan Mukerji e disponibile su Disney+.

Dunque, dicevamo: come si viaggia davvero nella cultura di un popolo? 

Secondo me, attraverso le storie su cui è fondata la cultura di quel popolo, spesso raccontate da quello stesso popolo con il proprio linguaggio specifico, senza troppe mediazioni e compromessi esterni. Quindi, se parliamo di India, dimentichiamo il filtro Hollywoodiano di opere come Vita di Pi e Mangia, Prega, Ama e affrontiamo un film indiano, scritto, diretto, costruito e recitato per il pubblico indiano, Brahmāstra, appunto. Quest’opera prende infatti le tradizioni storico-religiose dell’India e ne fa materia narrativa, udite udite, per costruire un film di super eroi che anche è il primo tassello di un esperimento mainstream su larga scala, composto idealmente da una lunga serie interconnessa di film, serie tv, videogiochi, esperienze di realtà virtuale e tanto tanto merchandising.

Avete capito bene.

Brahmāstra è, nei fatti, il primo esperimento in stile Marvel Cinematic Universe da parte della ricchissima industria di Bollywood. 

Il risultato? Una maestosa e bizzarra (almeno per noi occidentali) montagna di azione, balli e canzoni a rotta di collo, raccontata con la chiarezza didascalica di chi vuole rivolgersi in egual misura a grandi e piccini per fargli trascorrere quasi 3 ore di divertimento puro. Devo essere onesto: ho dovuto necessariamente suddividere la scalata in un paio di sedute, ma nel complesso, la mia visione è stata godibile.

Il film racconta la storia di Shiva, il giovane protagonista sull’orlo di un amore epico con una ragazza di nome Isha. Il loro mondo viene però sconvolto poiché “Shiva scopre di avere una misteriosa connessione con il Brahmāstra… e un grande potere dentro di lui che non ha ancora capito: il potere del fuoco”.

Come potete vedere, lo spunto non è proprio il massimo dell’innovazione, però non posso negare il coraggio dell’operazione totale, che reinventa alcuni pilastri della mitologia e della religione indiana. Per capirci: è un po’ come se facessero un film sulle reliquie di Gesù che danno superpoteri. Non si fa, non sta bene. Eppure eccolo qui, Brahmāstra: Part One – Shiva, uscito in patria non senza prevedibili polemiche e boicottaggi da parte di nazionalisti indù di destra, che si opponevano a questo e tutti i film di Bollywood, sostenendo che essa promuovesse sentimenti anti-indù. 

Ma questo film non mi sembra affatto anti-qualcosa, anzi, parla chiaramente di amore e solidarietà. Per dirne due: il protagonista è un orfano che si prende cura di altri orfani e il colpo di fulmine ovviamente avviene con una plurimiliardaria, che però ha il cuore puro. 

Non vi parlerò oltre di Brahmāstra, semplicemente vi consiglio di guardarlo e scoprirlo con mente aperta e con voglia di affacciarvi in nuovi modi di vedere il cinema e raccontare una storia. Perdetevi nelle canzoni e nei balli e cercate di cogliere ogni citazione, voluta o meno, a tante opere cult/nerd, da cui si attinge a piene mani.

Sarà un viaggio lungo, forse faticoso, ma alla fine, secondo me, sarete stupiti e vi sarete tutto sommato divertiti con qualcosa di davvero diverso dal solito.

Il senso di un viaggio è anche questo, no?

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Classe '90. Farmacista per sbaglio, noto accumulatore di giochi da tavolo. Nasce e cresce a suon di Marvel e Disney e tanto basta...

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