Howdy, gente di frontiera!

Il vero spirito del west è l’adattamento: al caldo, alla siccità, ai banditi, ai nativi, alla fauna pericolosa e, in questo mondo, anche gli zombie.

Oggi parliamo quindi del nuovo kickstarter consegnatomi dalla mia amata Cmon, ovvero Zombicide: Undead or Alive, rivisitazione in salsa western del celebre e multiforme gioco da tavolo Zombicide, dove l’apocalisse dei morti viventi diventa uno spasso collaborativo. E attenzione, quando dico “rivisitazione in salsa western”, intendo tutti i tipi di western, dal classico allo spaghetti, passando per quello Tarantiniano e fino ad approdare al weird-west, con le sue aberrazioni pulp e le sue invenzioni steampunk!

Ma visto che di Zombicide ne abbiamo già parlato (qui e qui), in questo articolo mi concentrerò sulle differenze e novità, provando a farvi sentire il sapore di polvere e pallottole che si respira aprendo questi scatoloni. 

Il mucchio selvaggio 

Undici scatole di varie dimensioni ti fissano per un duello…

Questo è quello che si prova quando si apre un bel ks: le scatole si rivelano generando pupazzo dopo pupazzo in un turbinio di adrenalina. Con Undead or Aive, la Cmon raggiunge un nuovo picco di cura nel dettaglio delle miniature e nell’agevolezza del packaging che le ospita. 

Il buono, il brutto, il cattivo 

Le modifiche apportate al gameplay sono varie, prima su tutte il ruolo del “sopravvissuto”, suddiviso in varie figure archetipiche del genere: “il pistolero”, capace di generare una “sventagliata” di piombo molto cinematografica; “l’attaccabrighe”, che didascalicamente carica a testa bassa gli zombie; “il cittadino” (l’originale “townfolk” rende meglio), che ha il ruolo di ricercare l’equipaggiamento più prezioso ed infine “il fedele” ovvero uomini e donne di chiesa armati di fucili e crocifissi, che non mi sarei aspettato di trovare in un gioco del genere, ma che risultano meravigliosamente pulp. 

Insomma, tutto bellissimo, ma non sarebbe un vero western senza un treno, e infatti eccolo che arriva, onnipresente e onnipotente, per condurvi in salvo, per spazzare via migliaia di zombie sotto le sue tonnellate di ferro, oppure per scaricarvi addosso zombie di ogni genere. 

E poi ci sono gli abomini (i super zombie presenti nel gioco), che traggono ispirazione dall’immaginario collettivo western portando sul tavolo, bisonti, cavalli, coccodrilli e scimmie non-morte, ma anche divinità o demoni dell tradizione nativa quali il wendigo o lo skinwalker, oppure la meravigliosa regina dei cactus!

Redivivo 

Conosco questo gioco da ormai dieci anni, e posso dire tranquillamente definirlo come una delle fiamme che ha fatto accendere la mia passione per i giochi da tavolo. Sicuramente, il grado di sfida del titolo è calato con gli anni, trasformandosi da un frustrante gioco dove prima o poi gli zombi ti accoppano, in un vero e proprio puzzle game da affrontare con gli amici per trovare la soluzione più giusta.

Continuavano a chiamarlo Trinità

Non smetterò mai di amare il divertentissimo citazionismo della serie: avere tra le mani delle trasfigurazioni di personaggi prelevati da opere che adoro, come Django, The Hateful Eight, Il buono, il brutto, il cattivo, Pat Garrett e Billy the Kid, ma soprattutto Bambino e Trinità, mi rende genuinamente contento…

“La mia esposa stava al fiume, señor, a lavare… uno zombie l’aggredì…”

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Classe '90. Farmacista per sbaglio, noto accumulatore di giochi da tavolo. Nasce e cresce a suon di Marvel e Disney e tanto basta...

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