Nel campo della riproduzione e commercializzazione dell’espressione artistica esiste da sempre, e oggi più che mai, un compromesso tra libertà autoriale e regole di mercato. Tale compromesso, a volte sano, a volte iniquo, a volte miope, a volte illuminato, pone in ogni caso dei paletti che, almeno idealmente, sarebbero finalizzati al raggiungimento della migliore prestazione commerciale possibile, che si tratti di una realtà più o meno di sistema o più o meno indipendente.

Un discorso, questo, molto lungo e complesso, che a livello italiano, e più specificatamente campano, ha recentemente visto l’ingresso di una nuova piccola realtà: la “NEO”, acronimo di “Nuova Editoria Organizzata”. Fondata da quattro giovani autori, Salvatore Vivenzio, Arianna Melone, Mattia Tassaro e Michele Monte, la NEO dovrà rappresentare un luogo di aggregazione e comunicazione libere, slegato dalle dinamiche, spesso stringenti, dell’editoria tradizionale.

“Il nostro obiettivo – si legge dal comunicato stampa che descrive l’iniziativa, che trovate su qui su Gli Audaci – è lavorare a progetti comuni spalleggiandoci e completandoci, poiché ognuno di noi ha delle skills diverse che possono essere utili agli altri.”

I quattro giovani autori specificano tuttavia che la NEO non sarà una casa editrice, “ma uno spazio libero e aperto, una fucina di storie e mestieri in cui lavorare ai nostri progetti.”

Sono già tre le storie in cantiere: un libro da autore unico di Michele Monte, con editing di Salvatore Vivenzio, una storia scritta da Salvatore Vivenzio e disegnata da Mattia Tassaro, e una scritta da Salvatore Vivenzio e disegnata da Arianna Melone, in arte Bilenera. I progetti saranno poi messi a disposizione gratuitamente sui canali personali degli autori, per poi venire stampati e portati in fiera.

Uno spunto del progetto di Salvatore Vivenzio e Arianna Melone

Sempre dal comunicato stampa, si legge di come la Nuova Editoria Organizzata nasca come risposta alle “storture del mercato editoriale”, evidentemente sperimentate dai quattro autori nel corso della loro carriera. Tra queste brutture vengono citate la mancanza di autonomia, le pressioni esterne, i tempi troppo lunghi, le impostazioni commerciali e i compensi bassi.

In senso assoluto, la libera circolazione delle idee è ovviamente il fondamento di ogni sistema democratico compiuto, ma trattandosi comunque di un fatto umano, in essa intervengono, per mere necessità di ordine, una serie di meccanismi che ne regolano l’espressione, a volte anche in maniera molto strutturata, specie quando si parla di editoria, e in particolare di editoria in questi primi anni ‘20 del 2000. In tal senso, la rivendicazione programmatica della NEO sarebbe quindi quella di sfuggire alle pressioni dei circuiti editoriali convenzionali, alimentando così una prassi più sana e armoniosa, che permetta agli autori di riappropriarsi dei rispettivi bisogni creativi, strappandoli alle pretese di un mercato che, a dire dei quattro giovani fondatori, agisce in maniera troppo oppressiva.

Un’immagine del progetto di Salvatore Vivenzio e Mattia Tassaro

Un discorso complesso e ricco di zone grigie, che merita quindi di essere approfondito con i quattro ideatori della NEO: Arianna, Salvatore, Mattia e Michele, tutti giovanissimi e tutti già inseriti in importanti realtà editoriali, sia nazionali che internazionali, tra cui Shockdom, Saldapress, Disney, Glénat, DeAgostini, Beccogiallo e Albin Michel.

Perciò iniziamo questo breve confronto che speriamo possa portare nuovi spunti di riflessione.

Una vignetta dal progetto di Michele Monte

Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per avere accettato di rispondere alle nostre domande, che volevo porre sia in generale sul progetto NEO sia su alcuni passaggi delle vostre dichiarazioni. Iniziamo dal nome: NEO, Nuova Editoria Organizzata. Da cosa nasce e cosa vuole comunicare questo nome?

Il nostro nome è ispirato in maniera volutamente provocatoria, alla NCO, l’organizzazione criminale nata negli anni ‘80. Sapevamo che questo avrebbe potuto creare rumore, malcontento, accuse, ma nonostante ciò abbiamo fatto una scelta. Sappiamo cos’è la malavita organizzata ed è nostro volere e dovere svolgere tante iniziative contro questo fenomeno che attanaglia la nostra terra. Volevamo riprenderci quegli aggettivi. Organizzata perché vogliamo avere una struttura editoriale differente, darci delle regole su misura per noi, cooperare per funzionare al meglio. Nuova perché vogliamo introdurre un concetto inedito nel panorama dell’editoria, mettendo al primo posto lo scopo di uno spazio libero. Vogliamo porci come un’alternativa allo status quo editoriale, un settore che attualmente vive di troppe brutture. Ovviamente non è nostro interesse fare morti (se non metaforici).

Avete istituito o istituirete formalmente un qualche tipo di associazione per perseguire i vostri obiettivi?

Attualmente non abbiamo ancora istituito alcun tipo di associazione (se non a delinquere), ma ci stiamo lavorando. Vogliamo prima capire come lavorare insieme e cosa produrre. Abbiamo tante idee ma la cosa fondamentale è riuscire a introdurre un senso di serenità nell’affrontare questa realtà. Quindi non vogliamo sentirci soffocare né dai troppi impegni né dalle eccessive pressioni.

Nel vostro comunicato definite il vostro lavoro con tre aggettivi molto forti: “autonomo”, “indipendente” e “creativo”. Di conseguenza vi chiedo: questi aggettivi quindi mancano nel mercato editoriale che avete conosciuto finora?

L’autonomia nasce quando un sistema è capace di autoregolarsi e non cede alle spinte esterne né alle tentazioni puramente economiche che poi portano inevitabilmente all’appiattimento.

Il coraggio è senza dubbio una qualità che manca nel mercato editoriale. Non tutti gli editori sono pronti a rischiare, a sperimentare, oggi si preferisce andare sul sicuro per vendere il più possibile. Ne risente dunque anche la creatività, storie di “spessore” non sempre vedono la luce, autori sperimentali non trovano il giusto terreno.

L’indipendenza va a braccetto con l’autonomia. Non avere bisogno di spinte come distribuzione, editing, lettering, grafica e tutto ciò che l’editoria tradizionale offre ci consente di essere indipendenti e autonomi. Di non essere veicolati in nessun modo in ciò che vogliamo raccontare e in come vogliamo raccontarlo. Inoltre questo ci da la libertà di non subire le ansie che affliggono qualsiasi autore che si approccia al mercato. Ne beneficia dunque la creatività. Essendo liberi non abbiamo alcun bisogno di castrarci. E non permetteremo a nessuno di farlo.

Quali sono, secondo voi, i compiti e la prassi di un buon Editore?

Mettere al primo posto l’autore e le sue storie: fare una buona analisi dei progetti, seguire l’autore durante la produzione, confrontarsi con essoi e riuscire a ottimizzare, a portare alla migliore versione possibile il suo progetto. Avere un buon team che si occupi di tutte le fasi, dalla storia, alla realizzazione, alla vendita, alla pubblicità,alle presentazioni, alle fiere; puntare sulla qualità e non sulla quantità in modo tale da poter anche remunerare l’autore con i giusti compensi. E non sottovalutare mai il lettore.

Salvatore, tu parli dei contratti editoriali come una sorta di “Spada di Damocle”. Potresti spiegare, per chi non ha idea di come sia strutturato un tale contratto, a cosa ti riferisci?

In Italia si dice che “fatta la legge, trovato l’inganno”. L’impressione che ho avuto nei cinque anni in cui ho lavorato come autore di fumetti per editori italiani ed esteri è stata che nessun editore pensasse all’autore come a un papabile collaboratore, a qualcuno con cui lavorare insieme. Esiste una sorta di istinto predatorio di sfruttamento, come fosse dovuto, come fosse genetico lo spunto al caporalato. Da quando sono ragazzino leggo contratti che sono in qualche modo gigantesche trappole per gli autori, mentre noi dovremmo essere (e a tutti gli effetti lo siamo) la materia prima del prodotto editoriale.

Arianna, tu poni “industria” e “creatività” come “nemiche”. Cosa intendi nello specifico? E pensi possa esistere un’alternativa in cui questi due aspetti diventino alleati?

L’industria spesso non ci vede come individui ma come macchine di produzione. È una cosa che si estende in tutti i campi, anche in quelli creativi. Ovviamente, essendo quello del fumettista un lavoro a tutti gli effetti, anche questo è soggetto a delle regole. Solo che a volte, tali regole si contraddicono e non portano sempre al risultato migliore.

Quello che intendo è che spesso il mercato tende a omologare e appiattire, a non considerare chi si differenzia e dunque a non coltivare e a sottovalutare ciò che c’è di nuovo, anomalo, diverso.

Io ho molta fiducia nei lettori, so che se stimolati, possono andare oltre l’appiattimento generale di quello che è diventato solo puro intrattenimento più che arte. Ma sono ottimista! Sento un fermento in tutte le realtà creative, industria e creatività possono allearsi e dare spazio alle novità coraggiose.

Quali saranno le vostre regole interne?

Attualmente cerchiamo di comportarci con il massimo rispetto degli uni verso gli altri. Comunichiamo tra noi, ci diamo dei compiti e delle scadenze flessibili e soprattutto proviamo ad aiutarci, a sopperire le mancanze degli altri, ad allungare una mano laddove l’altro non riesce. non vogliamo schiacciare la creatività nell’atto produttivo. Tutto ciò che produciamo verrà condiviso, poiché siamo consci che tutti noi possiamo aiutarci per migliorare. Vogliamo lavorare insieme ma anche lasciarci spazi per progetti singoli. Non neghiamo che in futuro possano esserci anche altri collaboratori, ma noi 4 rimaniamo i principali punti di riferimento. L’entusiasmo riteniamo debba essere il fuoco che coinvolge ogni aspetto, dalla pianificazione al rapporto con i lettori che riteniamo sia lo scambio vitale per garantire la nostra esistenza.

Di cosa tratteranno i vostri primi tre progetti insieme?

Parleremo di ciò che più ci preme raccontare. Rabbia, dolore, viaggi, morte, delusione. Tutto ciò che è difficile narrare in via canonica, soprattutto senza scendere a compromessi. Parleremo in maniera schietta, sincera, senza provare a venderci in nessun modo, a trasformarci in un prodotto puramente commerciale. Ci vedrete come siamo. Brutti, sporchi e cattivi. I nostri primi tre progetti saranno un noir; la fine di una storia d’amore; una storia sulla paura della morte.

I vostri progetti saranno distribuiti gratuitamente online, e poi sperate di stamparli e portarli in fiera. Questo secondo passaggio avrà necessariamente dei costi. Come pensate di sostenerli? Crowdfunding, vendita tradizionale o altro?

La fruizione gratuita è quello scambio redditizio che instaura un rapporto con il lettore che, nonostante i tempi in cui aumenta il peso del digitale, conserva sempre l’amore per la carta e non disdegna l’opportunità di incontrare gli autori in fiera. Per produrre i nostri fumetti non disdegneremo eventuali operazioni di crowdfunding per progetti più impegnativi. L’obiettivo principale è quello di riuscire a realizzare le nostre storie, a comunicare i nostri bisogni e le nostre necessità espressive, cercheremo di ottenere il massimo slancio comunicativo con il minimo sforzo economico. Siamo convinti che la cura del prodotto non sia necessariamente legata al lusso, a volumi di pregio. I lettori amano ancora le storie e noi vogliamo esserne la conferma.

Grazie delle risposte, ragazzi, e in bocca al lupo per questa nuova avventura!

Di seguito, le bio dei singoli autori, per chiunque voglia approfondire i loro lavori:

Salvatore Vivenzio è uno sceneggiatore nato a Roma nel 1997. Tra le sue pubblicazioni in Italia i tre fumetti Kristen, Gamble e La Veglia per ALT! (2017), le graphic novel La Rabbia (2018) e Il Treno di Dalì (2021) per Shockdom (edito anche in Francia e Spagna). Nel 2022 fa il suo esordio oltreoceano con No One Knows (USA e Canada) per Black Panel Press e DISTORTED, edito da Scout Comics in America e da Saldapress in Italia. Collabora con Leviathan Labs per l’antologia Giallo.

Michele Monte, classe ‘93 cerca di comunicare attraverso gli scarabocchi da quando ricorda. Diplomatosi in Grafica, prosegue i suoi studi frequentando il corso di Fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics ed il corso di Colorazione Digitale presso la Scuola Italiana di Comix, entrambe a Napoli. Nel 2015 inizia a collaborare come disegnatore e colorista per diverse case editrici italiane ed estere. Ha all’attivo pubblicazioni con Disney, Glénat, DeAgostini (giusto per citarne alcune.) È stato docente del corso di Fumetto, Colorazione Digitale e Concept Art presso la Scuola Salernitana del Fumetto. Recentemente ha iniziato a lavorare come character design e concept artist per l’animazione e di tanto in tanto collabora con diverse agenzie pubblicitarie, come graphic designer e letterista.

Arianna Melone nasce a Caserta nel 1996, si diploma alla Scuola Internazionale di Comics a Napoli. Nel 2020 esordisce come autrice completa con ” Gianna” edita Beccogiallo. A marzo 2021 “Gianna” viene pubblicata in Francia tradotta dalla casa editrice Albin Michel. Nel settembre 2021, sempre per Albin Michel in Francia, esce un nuovo libro in collaborazione con la sceneggiatrice Vero Cazot , “le bal des folles” dal best-seller omonimo di Victoria Mas. Vince il premio Artémisia 2022 con “Gianna”. A ottobre 2022 pubblica “Le ragazze di Saffo”, biografia edita BeccoGiallo.

Mattia G. Tassaro nasce a Napoli il 7 giugno 1996. Consegue la maturità presso il liceo artistico statale Ss. Apostoli di Napoli nel 2015. Sempre nel 2015, debutta in teatro con una commedia tratta da un film di Pasolini “Che cosa sognano le nuvole”, con l’associazione Maestri di Strada di Napoli. Si diploma successivamente nel 2018 presso la Scuola Internazionale di comics di Napoli e l’anno stesso termina gli studi al laboratorio teatrale Elicantropo di Napoli con lo spettacolo “Terrore e Miseria del Terzo Reich” di Bertolt Brecht, in concorso al Napoli Teatro Festival 2018. Nel 2020 illustra il suo primo libro, “Il tempo che trovi ed altri racconti”, una raccolta di racconti scritti da Roberto Oliva edito da Bagarì Edizioni. Nel Marzo 2021 consegue la laurea in Design della comunicazione presso L’Accademia delle Belle Arti di Napoli con una tesi sulla multimedialità del linguaggio del fumetto.

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Classe ‘92. Laureato in/appassionato di: lingue, letterature e culture straniere. Giornalista pubblicista, divoratore di storie, scribacchino di pensieri propri e traduttore di idee altrui.

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