Amiche e amici del Cari Comics, ditemi quante volte, negli ultimi anni, avete letto commenti osannanti o grandi proclami per un dato prodotto d’intrattenimento, per poi ritrovarvi davanti, non dico una schifezza, ma, a mio parere, qualcosa di peggio ancora, ovvero un’esperienza dimenticabile o insulsa, puramente usa e getta.

Bene, questo non è il caso Andor, quarta serie televisiva live action ambientata tanto tempo nella galassia lontana lontana di Guerre Stellari… ops… pardon… Star Wars

Oggi allora vi parlo di questa per me meravigliosa storia, lanciandovi addosso qualche coordinata e qualche opinione personale, ma rigorosamente senza fare spoiler, perché le dodici puntate di Andor meritano di essere scoperte in prima persona.

Premesse

La serie, prequel del film spin-off Rogue One, diretto da Gareth Edwards, è stata creata da Tony Gilroy, già sceneggiatore dello stesso Rogue One, nonché regista non accreditato delle riprese aggiuntive del film, che appunto subì diverse manipolazioni produttive prima di uscire nelle sale nel dicembre 2016, suscitando comunque un discreto interesse di critica e pubblico. Sarebbe interessante sapere quale fosse l’originale visione di Edwards, ma quella è un’altra storia. 

Andor è quel prodotto d’intrattenimento elogiato quasi in toto da spettatori e recensori, per una volta con ragione e chiarezza, il che mi permette di tornare a parlare di Star Wars senza il rischio di trovarmi involontariamente invischiato in una delle tante, futili, rumorose ma volatili polemiche odierne sui prodotti d’intrattenimento di massa. Polemiche che, quando si tratta di Star Wars, raggiungono picchi di aggressività e tossicità a tratti davvero imbarazzanti.

Cerchiamo allora di capire i perché di questo successo, analizzando le cose con la giusta prospettiva. 

Una storia di ribelli

Parlando sempre di serie a tema Star Wars, dopo la discutibile ma spassosa serie di Boba, e la deludente e quasi scoraggiante serie su Obi-Wan, serviva un colpo di coda per ritornare alle prime due solide e interessanti stagioni di The Mandalorian. E così, nell’ombra, come una vera ribellione, nasceva Andor, serie incentrata sul co-protagonista di Rogue One, film molto distante dai classici toni starwarsiani, ma incredibilmente affascinante. Una vera perla rara per molti fan, nonostante le palesi interferenze produttive. 

Tony Gilroy, showrunner, decide allora di portarci nelle zone più grige della galassia, dove i Jedi non sono mai arrivati, e “La Forza” non viene nominata neanche una singola volta. Molte edulcorazioni disneyane cadono, sotto l’assunto che gli spettatori (specialmente coloro che in questo universo ci sono cresciuti) siano in sia ormai pronti per affrontare realtà più dure del solito.

Quindi, in Andor, ci viene mostrato senza filtri il male dell’Impero, un male che riecheggia in maniera inquietante nei nostri immaginari, nelle nostre memorie. L’Impero spara sui manifestanti, opprime il popolo con tasse e leggi inique, annichilisce gli oppositori nei campi di lavoro. L’Impero fa paura per quanto è reale, ma esattamente come nella realtà, è fatto di uomini e donne, che si innamorano, sbagliano, talvolta tradiscono, talvolta vengono consumati dal potere stesso.

E la ribellione?

Al momento non possiamo ancora definirla tale. A questo punto della serie è solo un concetto, un’idea, che può dissetare gli oppressi, se resta limpida e pura, ma anche avvelenarli, se diventa un’ossessione. Ed in mezzo c’è lui, Cassian, interpretato ancora una volta alla grande da Diego Luna, che in dodici puntate vive avventure dalle mille influenze, dal western alla spy story, dal thriller all’heist movie. Nulla è pero mai pomposo, colorato o pulp, il che permette di concentrarsi sulle vere intenzioni dei personaggi, sui loro pensieri e stati d’animo.

Ogni taglio registico e prova attoriale, a mio parere, è magistrale, sempre credibile e toccante, quasi impossibile da vendere come “giocattolo”, perché la galassia ancora più lontana lontana di Andor è in realtà tremendamente vicina.

“Verranno tempi in cui combattere sembrerà impossibile, di questo ne sono certo; da soli, sfiduciati, sovrastati dalla grandezza del nemico, rammentate questo: la libertà è un’idea pura, si manifesta spontaneamente, senza imposizioni. Atti casuali di insurrezione stanno avvenendo ovunque nella galassia. Interi eserciti, battaglioni non hanno idea di essersi già arruolati per la causa. Rammentate che la frontiera della ribellione è ovunque, anche il più piccolo atto di insurrezione spinge le nostre linee più avanti. E poi rammentate questo: il bisogno di controllo dell’Impero è così disperato perché innaturale, la tirannia chiede sforzi costanti, tende a incrinarsi e a rompersi. L‘autorità è fragile, l’oppressione è la maschera della paura. Rammentatelo e sappiate questo: verrà il giorno in cui queste schermaglie, queste battaglie, questi lampi di rivolta romperanno gli argini dell’autorità dell’Impero e poi, a un certo punto, ve ne sarà uno di troppo, uno solo di essi porrà fine all’assedio. Rammentate questo: ribellatevi!”

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Classe '90. Farmacista per sbaglio, noto accumulatore di giochi da tavolo. Nasce e cresce a suon di Marvel e Disney e tanto basta...

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