Amiche e amici del Capri Comics, per farvi i nostri più sinceri auguri di buon Natale, abbiamo deciso di mettere insieme una nostra personalissima lista di brevi consigli filmici (ovviamente no-spoiler) con i quali trascorrere uno o più serate di queste feste natalizie.

Non si tratterà necessariamente di film a tema natalizio, ma anche di pellicole che ci hanno colpito ultimamente o che hanno assunto per noi un particolare significato intimistico nel corso degli anni.

Ma bando alle ciance e iniziamo con…

Il consiglio di Massimo: Pinocchio di Guillermo Del Toro

Guillermo Del Toro è un narratore di rara sensibilità e straordinario intuito. Perciò guardate questo suo personalissimo Pinocchio, fidatevi.

Guardatelo perché trabocca di significati, suggestioni, rimandi, simboli e metafore, pur rimanendo una fiaba semplice, genuina, pura.

Guardatelo perché affronta con grazia, leggerezza e serietà spunti straordinariamente profondi, come il mistero meraviglioso del ciclo vita-morte, il significato della libertà, il dolore della perdita, la mostruosità della guerra, la necessità della disobbedienza di fronte alle ingiustizie, il valore salvifico del sacrificio e dell’amore.

Guardatelo perché è una interpretazione che cattura lo spirito dell’immortale romanzo originale di Collodi e lo traduce in un’ottica moderna, nella quale il focus non è più la l’impegno etico di un burattino senziente nel guadagnarsi lo status “normalizzato” di bambino “vero”, bensì l’impegno psicologico di un figlio e di un padre imperfetti nell’accettarsi così come sono e diventare perciò “veri” l’uno per l’altro, senza più preconcetti.

Guardatelo perché è un capolavoro di tecnica, sforzi, fatica ed espressione da parte di decine e decine di artisti innamorati di ogni dettaglio del proprio lavoro.

Guardatelo perché vi scalderà il cuore e vi riempirà gli occhi di lacrime agrodolci, sia che abbiate 10 anni o 100.

Il consiglio di Davide: Festa in casa Muppet (The Muppet Christmas Carol)

È Natale: questo significa Canto di Natale, ma quale versione scegliere?

Le interpretazioni troppo seriose mi allontanano dallo spirito fanciullesco, e per tutti i Natali da ora all’eternità tenete lontani da me le rivisitazioni in 3d/computer grafica. Fatte queste premesse, rimangono il Canto di Natale di Topolino e quello dei Muppet.

Sceglierò il secondo per tre motivi:

  1. Quest’anno ne ricorre il 30simo anniversario;
  2. È la rappresentazione del Canto di Natale preferita da Guillermo Del Toro;
  3. Si dice sia la trasposizione più aderente al racconto di Dickens

A margine, consideriamo poi che è il primo film uscito dopo la scomparsa di Jim Henson, papà di Kermit. Brian, figlio “reale” di Jim, ne raccolse l’eredità, divenendo così l’uomo sulla sedia dei Muppet.

Ovviamente stiamo parlando di un prodotto Muppet, quindi ci sono le canzoni. Ma fortunatamente, essendo un film degli anni ‘90, il doppiaggio delle canzoni era talvolta superiore a quello originale. Basta un solo ascolto e ve ne andrete per le strade fischiettando motivetti impossibili da dimenticare.

Michael Caine risulta forse lo Scrooge più credibile di sempre, nonostante reciti con dei pupazzi di feltro. Kermit, per la prima volta non protagonista assoluto, con il suo piccolo Tim, ha insegnato a più di una generazione cosa significhi davvero il Natale. E se il Natale è condivisione, spero che qualcuno di voi veda questo capolavoro in compagnia dei propri cari. 

Che Dio ci benedica… tutti quanti.

Il consiglio di Dalila: Dickens – L’uomo che inventò il Natale

Tutti conosciamo il Canto di Natale di Charles Dickens, forse il classico natalizio più famoso al mondo. Tra le sue tante trasposizioni, oggi ve ne consiglio una un po’ diversa dal solito: Dickens – L’uomo che inventò il Natale, film del 2017 di Bharat Nalluri.

La pellicola racconta della travagliata genesi del Canto di Natale, presentando un Dickens alle prese con il blocco dello scrittore, disilluso e frustrato da precedenti fallimenti. Nonostante il bisogno e la voglia di scrivere, l’ispirazione stenta, finché le storie di spettri della governante irlandese Tara non riaccendono l’ormai flebile fiammella della creatività in Dickens. Ed è così che magicamente prendono vita gli spiriti del Natale passato, presente e futuro, così come dall’avarizia e dal cinismo del mondo dell’editoria nasce il burbero Mr. Scrooge.

Realtà e immaginazione si mescolano e, man mano che prendono vita nella mente di Dickens, i personaggi del racconto si materializzano davanti ai suoi occhi e interagiscono con lui, aiutandolo a superare il suo blocco e a portare a termine la storia, proprio come gli spettri aiutano Scrooge ad aprire gli occhi e comprendere il vero senso del Natale.

Questo film fa per voi se volete passare il pomeriggio di Natale immersi nell’atmosfera dei classici senza tempo, nel fascino dei period drama e nella magia di una storia che nasce.

Il consiglio di Roberto: Fantaghirò

C’è tutta una generazione per la quale il Natale era legato in maniera indissolubile al rewatch sulle reti Mediaset di Fantaghirò. Proprio per questo motivo era inizialmente sembrato superfluo includere alla nostra chart il primo capitolo cinematografico della saga fantasy italiana firmata da Lamberto Bava.

Poi abbiamo tristemente appreso che molti amici più giovani non hanno neanche idea di cosa si tratti, complice il fatto che hanno relegato le repliche annuali ad orari notturni improponibili, ragion per cui siamo qui a parlarne.

Lo spunto parte dall’omonima fiaba popolare italiana, inclusa poi da Calvino nel suo lavoro di raccolta, nella quale Fantaghirò (interpretata da Alessandra Martines), “principessa” in quanto figlia di un re ma con mire da combattente, si troverà poi a dover affrontare un duello per porre fine alla guerra che va avanti da secoli tra il regno di suo padre e quello di re Romualdo.

In un contesto fantasy onirico ed esuberante (un po’ alla Labyrinth, per intenderci), con effetti speciali inimmaginabili per la tv dell’epoca, si esplorano anche inconsciamente temi come la fluidità dell’identità, ed il parco personaggi è un’inno all’estro creativo e alla stravaganza, sia nelle file dei buoni quanto in quelle dei villain che toccano più degli altri vette altissime di esuberanza.

Fantaghirò spegne 31 candeline, ma oggi più che mai, almeno per quanto riguarda i primi capitoli, conserva una giovinezza incredibile in termini di tematiche e non possiamo far altro che consigliarvelo durante queste vacanze natalizie.

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Classe ‘92. Laureato in/appassionato di: lingue, letterature e culture straniere. Giornalista pubblicista, divoratore di storie, scribacchino di pensieri propri e traduttore di idee altrui.

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Classe '97. Laureata in e appassionata di lingue e letterature europee. Social media manager per sbaglio, aspirante traduttrice, divoratrice seriale di libri. Giocatrice di ruolo, collezionista di dadi, amante di cinema e giochi da tavolo.

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Classe '91. Amante delle arti visive, della musica ed appassionato delle culture pop asiatiche. Scarabocchiatore freelance.

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