Amiche e amici del Capri Comics, a pochi giorni dall’uscita dei primi due episodi della serie tv evento definitiva del 2022 (e forse anche del 2023 e oltre), non potevamo esimerci dal dirvi la nostra. “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” è finalmente disponibile su Amazon Prime, con due delle otto puntate totali della prima stagione. 

Ovviamente ci terremo ben lontani dal fare spoiler, perché un progetto così clamoroso per impegno produttivo e influenza culturale va scoperto e vissuto, amato o odiato, in prima persona, coi propri occhi e la propria sensibilità, per poi discuterne (magari civilmente) con amici e appassionati che condividono un simile interesse verso una saga così importante per la cultura fantasy e non solo.

Perciò, ci limiteremo a darvi qualche piccolo indizio per invogliarvi.

Partiamo dal dirvi che, per chi vi scrive, questi due episodi sono più che promossi: per intento generale, design e predisposizione della trama, dei personaggi, del loro mondo e delle poste in gioco. 

In maniera rapida ma intensa, le prime due puntate riescono a ricreare in grande stile le atmosfere della Seconda Era della Terra di Mezzo all’alba della forgiatura degli Anelli del Potere e dell’ascesa di Sauron. Questo lungo e travagliato periodo della storia di Arda si presenta così esattamente come molti di noi l’hanno sempre immaginato: ferito dalle guerre sanguinose scatenate da Morgoth ma ancora vibrante dello splendore primigenio della Prima Era.

In ogni scena si riesce a respirare la realtà di un mondo che ha visto tanto ma che, in fondo, è ancora giovane e volenteroso di lanciarsi verso il progresso. La Seconda Era di questa serie si presenta infatti come la perfetta era di transizione tra la Prima, inevitabilmente ricca di leggende, trattandosi del principio dell’universo, e la Terza, quasi decadente nelle sue prime fasi, prima della vittoria finale delle forze del bene.

“Gli Anelli del Potere” riesce a tramettere organicamente tutto ciò con una regia, una fotografia, delle musiche e una messa in scena squisite, nonché con dei personaggi classici e solidi. Fra tutti loro spicca ovviamente una giovane Galadriel ossessionata dal cercare e sconfiggere una minaccia misteriosa nella quale sembra credere ormai soltanto lei. La sua missione, che nessuno comprende, ma che lei persegue ostinatamente, lacerata tra la voglia di vendetta e la volontà di combattere per ciò che di buono c’è ancora nel mondo, sarà verosimilmente il perno di tutta la trama. 

Il focus si sposta però anche su un emergente Elrond, sul tormentato Elfo Silvano Arondir e sulla scalmanata Hobbit Nori, tutti a loro modo costretti a confrontarsi emotivamente ed intellettualmente con dei cambiamenti epocali e potenzialmente apocalittici, da affrontare grazie all’amicizia, all’empatia, all’amore, alla speranza.

Un opprimente e silenzioso sentore di ineluttabilità e sfacelo imminente serpeggia attraverso 120 minuti finora proposti da “Gli Anelli del Potere”, che tuttavia non manca di evocare sensazioni positive, ad esempio scaturite dal senso dell’onore di Galadriel, dal coraggio di prendere scelte difficili di Arondir o dalla voglia di avventura di Nori, tutti ingredienti fondamentali della saga creata da Tolkien, la cui essenza, secondo noi, viene rispettata a pieno.

Ad ora, per chi vi scrive, uno dei temi principali della serie appare essere proprio il mutamento dello status quo e principalmente ciò che tale mutamento causa negli individui, a seconda delle diverse personalità e dell’evento scatenante: paura, rifiuto, eccitazione e così via. 

Molto interessanti e rappresentative anche interazioni i vari popoli, con gli hobbit preoccupati di mantenere la propria “invisibilità” e indipendenza, gli elfi che non si fidano ancora degli uomini e questi ultimi che si sentono ingiustamente oppressi per le colpe dei propri antenati che si schierarono con le forze del male. 

In conclusione, almeno per il momento, la progressione narrativa è assai ben calibrata: ogni scena riesce a muovere in avanti la trama e i personaggi in maniera intrigante e variegata, ora con afflati epici, ora con brividi di horror, ora con spennellate di dolcezza, ora con sferzate di adrenalina. 

Tante sono ancora le domande, e tanti i dubbi, ma per rispondere alle prime e sciogliere i secondi non ci resta altro che aspettare e vedere cosa ci riservano le prossime puntate. 

Nel frattempo, possiamo discutere di quelle già disponibili e scambiarci teorie, idee, critiche e pensieri. Possibilmente con calma e senza essere aggressivi nello scomposto tentativo di dimostrare il proprio amore verso un’opera mortificando le opinioni del prossimo. Insomma: da appassionati e non da fanatici. O meglio ancora: da hobbit e non da orchi. 

Ci riusciamo?

Evidentemente no… non ancora…

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Classe ‘92. Laureato in/appassionato di: lingue, letterature e culture straniere. Giornalista pubblicista, divoratore di storie, scribacchino di pensieri propri e traduttore di idee altrui.

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Classe '91. Amante delle arti visive, della musica ed appassionato delle culture pop asiatiche. Scarabocchiatore freelance.

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