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Dago alias Cesare Renzi, nobile veneziano, si può definire senza se e senza ma un fumetto storico. Figlio primogenito ed erede della casata dei Renzi, dignitari della Repubblica di Venezia, vittima di un complotto, recuperato (e quindi miracolato) dai pirati dopo essere stato pugnalato, motivo del suo nome “Dago” che gli viene dato dai turchi, è uno straordinario mezzo di lettura della storia passata ma anche un viaggio tra fantasia e ricostruzione dell’affascinante periodo medievale e non solo. Immergersi in un albo di Dago, infatti, significa incontrare Barbarossa, ma anche Solimano, il Gran Visir Ibrahim, Francesco I di Francia, sua sorella Margherita d’Angoulême (di cui diventa amante).

Per chi legge Dago anche la possibilità di conoscere il Conestabile di Borbone, l’imperatore Carlo V, il cavalier Baiardo, Giovanni dalle Bande Nere, Michelangelo Buonarroti, Benvenuto Cellini, Enrico VIII, Anna Bolena e tanti altri, che come un immaginario e affascinante manuale di storia rendono il percorso tra le tavole disegnate di ogni lettore un vero e proprio viaggio nel tempo, tra costumi d’epoca, usanze passate, episodi fondamentali della storia dell’umanità, dal sacco di Roma alla Santa Inquisizione, dall’esilio nel cosiddetto Nuovo Mondo alle avventure con la Compagnia della Spada. Serie a fumetti ideata da Robin Wood e Alberto Salinas, (pubblicata in Argentina), collezionare “Dago” in Italia è esercizio acrobatico, tra il mensile, le ristampe, quelle a colori e quelle di grande formato, e le storie a puntate che continuano ad essere pubblicate sui settimanali “Lanciostory” e nell’inserto di “Skorpio”. Negli annali e nelle enciclopedie del mondo dei fumetti si cita questa frase all’interno di un dialogo come “manifesto costitutivo” di Dago: “E poi ti darò un nuovo nome per la tua nuova vita… vediamo… ti chiamerò… Dago… Sì! Splendido nome. Dopotutto, questa Daga è stata come una madre per te. Ti ha fatto nascere a nuova vita… ora non hai più un passato…”. Il fumetto Dago è uno dei più apprezzati dagli appassionati della nona arte, in considerazione di splendidi disegni, di storie costruite minuziosamente e che in molti casi rappresentano un ottimo compendio di libri di storia e monografie di personaggi storici.

Tutti coloro che lo amano sono in fibrillazione da sempre, per le parole riguardo a una possibile conclusione del fumetto pronunciate da Robin Wood. “Non lo so, perché non l’ho scritto – ha detto Woods rispetto ad un ipotetico finale di Dago – Ti ripeto, io non penso mai a quello che scrivo. Dago pensa, io no. Io incomincio a scrivere ma non penso mai alla fine, la fine è un’altra cosa. Arriverà un giorno, può essere che un giorno dirò: ‘Qui!’. Come è successo con altri personaggi, capirò che quello è il momento giusto. Una situazione giusta, qualcosa che lasci il lettore, che per me è la cosa più importante, che lasci il lettore commosso, felice, triste, tutto… pieno di cose in un solo colpo che ricorderà per anni”. Ma Dago, il “giannizzero nero” così ribattezzato per il colore dei suoi abiti ma soprattutto della sua anima, da miracolato continuerà ad esistere, immortale, come solo i personaggi dei fumetti più amati dal pubblico sanno essere.

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Giornalista pubblicista, aspirante redattore per il Papersera, aspirante collezionista della serie a fumetti “Inside Woody Allen”, libro sul comodino: “Su con la vita, Charlie Brown! Come affrontare i problemi di ogni giorno con l'aiuto dei Peanuts”, lettore del prossimo Alan Ford che uscirà in edicola.

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