L’Abbecedario del fumetto di Arcadia è un’opera targata Capri Comics che andando su e giù tra le lettere dell’alfabeto vuole raccontare fumetti e cartoni animati di ieri e di oggi, senza volersi sostituire a raccolte enciclopediche e lavori accademici, ma soltanto per provare a rinfrescare ricordi in chi li ha conosciuti o incuriosire coloro i quali non ne avevano mai sentito parlare. Un abbiccì che speriamo possa dare un ulteriore, modesto, umile, contributo agli archivi del mondo del fumetto, a tenere sempre accesa la fiammella della letteratura disegnata, di quella nona arte tanto preziosa da non conoscere crisi, anzi da rappresentare l’unica realtà editoriale in crescita, la “lettura cartacea” che incontra maggiormente riscontro e successo anche da parte della nuova generazione.

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Alan Ford (e il gruppo T.N.T) nasce nel 1969 da una delle magiche coppie del fumetto italiano, ovvero Luciano Secchi (Max Bunker) alla scrittura e Roberto Raviola (Magnus) ai disegni. Una sgangherata e comica squadra anticrimine agisce in una New York di fine anni Sessanta che di statunitense ha ben poco e che in realtà è Milano, nelle sue strade e nelle sue ambientazioni, fa di un negozio di fiori il suo quartier generale e di un biondo aspirante grafico pubblicitario, Alan Ford, appunto, il personaggio di punta.

Un fumetto corale, comunque, dove ogni lettore si può riconoscere o simpatizzare non solo per Alan, il bello e praticamente l’immagine disegnata dell’attore britannico Peter O’Toole, ma anche per Bob Rock il brontolone e, si direbbe oggi, vittima di “body shaming” per la sua bassa statura e il suo nasone, o per il conte Oliver, nobile in palese decadenza e pronto a metter sempre qualcosa da parte per sé per mantenere il suo status. E ancora, Grunf, stralunato inventore del gruppo T.N.T., vero nome Grunt von Grunt, Otto Grunf, tedesco di Germania, che di tanto in tanto risveglia i suoi (presunti) trascorsi bellici. Poi ci sono la Cariatide e Geremia, i due “vecchi” della banda, il primo in realtà pare che nelle intenzioni iniziali dovesse essere il personaggio di punta salvo poi finire insieme a Geremia, anziano e gracile, sotto al tavolo del negozio dei fiori a dormire, con una cavia come amico, Squitty, avvolto nella sua sciarpa. Ma soprattutto il Numero Uno, un personaggio mitico e mitologico, il capo del gruppo, barbuto nonnetto sulla sedia a rotelle che però è una forza della natura, ne sa una più del diavolo, conosce tutti, ogni tanto racconta storie del passato, dove è accanto a Napoleone, ai grandi di un tempo, e lui sempre lì, con la sua lunga barba bianca, come fosse sempre vissuto. E poi il Numero Uno è in possesso di una straordinaria e misteriosa agenda che tira fuori quando necessario e che fa tremare potenti e potentati.

Una delle caratteristiche del fumetto di Alan Ford è la sua capacità di essere sempre stato un diario del paese, un racconto dell’Italia, delle sue epoche, e non a caso già la nascita alla fine degli anni Sessanta è una sorta di contraltare, quasi di parodia a supereroi e criminali che mietevano successi in quegli anni. Per gli amici animalisti da menzionare, infine, la presenza nella serie del cane Cirano, un bracco italiano, e del pappagallo Clodoveo, un volatile parlante e intelligente in continuo battibecco con il “capo”, il Numero Uno. Alan Ford è una creatura di fatto soltanto di Max Bunker, sin dalla separazione da Magnus, dopo i primi settantacinque numeri, ha superato i cinquant’anni di storia e quota seicentocinquanta numeri, ed al 2024 è attualmente ancora una serie regolare in uscita ogni mese.

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Giornalista pubblicista, aspirante redattore per il Papersera, aspirante collezionista della serie a fumetti “Inside Woody Allen”, libro sul comodino: “Su con la vita, Charlie Brown! Come affrontare i problemi di ogni giorno con l'aiuto dei Peanuts”, lettore del prossimo Alan Ford che uscirà in edicola.

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