Si è tenuta ieri, sul Belvedere di Tragara, la penultima serata de Le Conversazioni, Festival culturale internazionale fondato nel 2006 da Antonio Monda e Davide Azzolini. Strutturate, appunto, come un dialogo a tema tra un intervistatore ed un artista intervistato, Le Conversazioni 2022 rappresentano un gradito ritorno, dopo lo stop forzato dovuto dalla pandemia.

Ma come mai ve ne parliamo oggi, in questo nostro piccolo angolo digitale? Come da titolo, la risposta è presto data. Perché la serata di ieri ha visto come ospite Frank Miller, immortale fumettista statunitense capace di rivoluzionare il linguaggio della nona arte tra gli anni ‘80 e ‘90.Da buoni appassionati, non abbiamo potuto mancare all’incontro, durante il quale sono stati affrontati diversi punti di estremo interesse, che hanno permesso al maestro di tirare fuori la sua caratteristica verve.

Risposte secche e decise, le sue, ma ragionate e profonde, proprio come i dialoghi e le didascalie che lo hanno reso un autore di rottura rispetto alla visione prevalentemente ludica che i comics americani avevano fino agli anni ‘70.

E così, nel corso della conversazione, che partiva dal tema dell’edizione attuale, il Tradimento, Miller ha avuto modo di raccontare di sé, della propria arte e di alcune proprie visioni politiche e sociali.

L’autore ha infatti parlato della propria smisurata ambizione di sfondare nel mondo dei fumetti, affermando che agli esordi era certo che avrebbe fatto il fumettista o sarebbe semplicemente morto. Ha parlato dei preziosi consigli del leggendario fumettista Neil Adams, che pur considerandolo inizialmente “scarso” infine gli trovò il suo primo lavoro da professionista. Ha parlato dell’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021, definendolo “un esempio di democrazia”, sebbene in forma grezza, isterica, come un capriccio infantile, ispirato da ira e divisioni che attraversano drammaticamente il paese. Ha parlato della recente decisione, da parte della Corte Suprema statunitense, di abolire il diritto costituzionale all’aborto, lasciando ai singoli Stati la libertà di legiferare sulla questione. In merito a questo ultimo punto, l’opinione del maestro è stata lapidaria, come ci si aspetterebbe da un artista da sempre fautore della libera scelta individuale: “L’aborto è una questione femminile, pertanto spetterebbe solo alle donne decidere in materia”.

Un altro momento molto importante della serata è stato poi ispirato da una domanda arrivata dal pubblico, una domanda che ha affrontato, e criticato giustamente, la miope divisione tra fumetto e graphic novel, secondo la quale il primo sarebbe un linguaggio infantile e il secondo un medium serio. Anche qui, la risposta di Miller è stata esemplare, esattamente quella che tutti gli appassionati di fumetti vanno ripetendo da anni: “Sono tutti fumetti. Graphic Novel mi fa venire in mente l’idea di un libro pornografico.”

Grazie Frank. Forse prima o poi questa verità entrerà in testa a tutti quelli che di fronte ad un bel fumetto dicono ancora: “Mi imbarazza chiamarlo fumetto”. Niente imbarazzi, vi prego. Il fumetto non è un genere. È un linguaggio. E, come qualsiasi linguaggio, può essere parlato più o meno bene. Per sommi capi, lo stigma storicamente affibbiato alla parola fumetto è infatti solo il retaggio di un’epoca, ormai trapassata, in cui i fumetti stessi erano prodotti narrativi generalmente indirizzati ad un pubblico illitterato e infantile. Va però anche detto che attorno a questa stessa generalizzazione si potrebbe aprire un universo di distinguo e di approfondimenti, che non apriremo solo per non andare fuori traccia. Basti alla discussione la risposta di Miller, di cui sopra: “Sono tutti fumetti”.

Insomma, la serata di ieri ha fornito non pochi punti di discussione, e lasciateci dire che sentire parlare di Spider-Man, Kingpin, Devil, Batman, Neil Adams, aborto, democrazia, arte e ambizioni creative da Frank Miller in persona, nella cornice di un luogo simbolo della nostra isola, per noi di Arcadia e Capri Comics ha rappresentato un momento davvero speciale.

Si spera che la presenza di un maestro come Frank Miller possa aprire maggiori spazi di discussione e confronto sull’universo dei fumetti, tanto ne Le Conversazioni di Antonio Monda e Davide Azzolini, quanto in altre manifestazioni culturali basate sull’Isola Azzurra.

Si spera.

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Classe ‘92. Laureato in/appassionato di: lingue, letterature e culture straniere. Giornalista pubblicista, divoratore di storie, scribacchino di pensieri propri e traduttore di idee altrui.

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