Amiche e amici del Capri Comics, oggi vi parliamo di Castlevania e Castlevania: Nocturne, due serie d’animazione statunitensi di produzione e distribuzione Netflix, ispirate all’omonima e storica saga videoludica di Konami, iniziata nel 1986.

Mentre Castlevania ha esordito nel 2017, concludendosi poi nel 2021 dopo quattro stagioni, Castlevania: Nocturne ha appena inaugurato la sua prima stagione lo scorso 28 settembre.

Questo articolo, come spesso accade qui su capricomics.com, avrà due volti ben contrassegnati per ciascuna serie, uno spoiler-free e uno spoiler-heavy. Il primo è rivolto a chi è interessato a scoprire le opere in prima persona, ma desidera comunque un’infarinatura e/o una critica di superficie. Il secondo si rivolge invece a chi ha già visto le serie ed è in cerca di un commento più approfondito e, si spera, interessante.

Premessa

Chi vi scrive non è un fan della saga videoludica di Castlevania. Il mio unico (ed anche incompleto) approccio ad essa è avvenuto a 7/8 anni, nel lontano 1999/2000, con Castlevania 64, giocato a casa di un amichetto per diversi mesi prima che la sua difficoltà estrema e la sua atmosfera stressante ci estenuassero e ci facessero preferire la linearità caciarona di Duke Nukem: Zero Hour.

Ciò vuol dire che la mia recensione si concentrerà soltanto sulle serie animate, citando i videogiochi solo laddove strettamente necessario. In tal senso, sarà una disamina complessivamente positiva, ma sicuramente parziale, perché priva della conoscenza totale della materia originale. Ma so che me lo perdonerete.

Sappiate soltanto che, da quanto mi è parso di capire, un estimatore degli episodi videoludici di Castlevania troverà negli adattamenti Netflix ben più di una strizzata d’occhio, soprattutto nelle musiche, nei character design e nei combattimenti.

Un motivo in più guardare le serie animate, se amate i videogiochi della Konami.

Detto questo, bando ad introduzioni e premesse e affondiamo i denti nella carne di questi (ad oggi) 40 episodi castlevaniani.

Castlevania – No Spoiler

La prima serie, con le sue quattro stagioni rispettivamente da 4, 8, 10 e 10 episodi, è tutto sommato un’opera solida e intrigante, basata sul terzo capitolo della serie videoludica by Konami, Castlevania III: Dracula’s Curse, uscito per Nintendo Entertainment System nel 1989.

Prodotta da diversi studi di animazione, ovviamente sotto l’egida di Netflix, l’opera è stata sviluppata dallo scrittore e sceneggiatore britannico Warren Ellis, che vi ha immesso a pieno il suo stile viscerale e la sua critica socio-culturale, soprattutto verso il fanatismo religioso. Il design visivo si ispira invece fortemente allo stile che l’artista Ayami Kojima adoperò per Castlevania: Symphony of the Night, uscito nel 1997 per PlayStation e Sega Saturn. Ciò crea un contrasto brusco ma non privo di fascino tra l’aspetto “orientale” della serie, e la sua scrittura d’impianto “occidentale”.

I punti di forza di Castlevania sono sicuramente il memorabile design di base, le musiche epiche e struggenti, l’evoluzione interessante di alcuni personaggi e l’impatto drammatico di alcune scene inaspettate.

Le animazioni e la regia, invece, a mio parere, a volte sono discontinui, con interi episodi che spesso “puntano” palesemente ad un’unica sequenza spettacolare (spesso d’azione) che si staglia in maniera abbastanza netta dal resto, avendo assorbito la maggior parte degli sforzi degli animatori e del budget a disposizione per quel dato episodio. Questa ottimizzazione rende sì quella specifica sequenza davvero degna di nota, ma svuota il resto dell’episodio di fluidità e sostanza, creando così uno squilibrio un po’ fastidioso. Gli inserti digitali non sempre sono integrati al meglio, ma non si tratta di trucchi per stupire e sorprendere: al di sotto delle limitazioni tecniche di intravedono comunque intenzioni e potenzialità espressive meritevoli.

Anche la progessione narrativa risulta un po’ disomogenea. La storia si ambienta a metà 1400, un’epoca in bilico tra Medioevo e Rinascimento, e le prime due stagioni si incentrano sull’apocalisse che Dracula scatena sulla terra per vendicarsi degli umani che hanno ucciso sua moglie. Contro di lui si schierano il figlio Adrian, divenuto Alucard (l’opposto totale, anche onomastico, del padre) e altri due eroi, Trevor Belmont, ultimo erede in disgrazia dell’omonima e gloriosa casata di ammazzamostri, e Sypha Belnades, maga dell’Ordine degli Oratori. La missione dei tre procede tra mille peripezie, dubbi e sconforti, che però culminano in un finale soddisfacente, per quanto drammatico.

La terza e la quarta stagione invece perdono un po’ il filo, mettono tanta carne al fuoco, non senza alcuni spunti avvincenti, ma in fin dei conti l’insieme sembra girare un po’ in tondo, pur con un finale efficace.

Pur essendo Trevor, Sypha e Alucard i veri e ben strutturati protagonisti, la serie riesce a dare ai molti personaggi principali lo spazio, il tempo e le interazioni necessarie per esprimere chi sono, cosa vogliono e cosa cercano, il tutto tra incertezze, rabbie, traumi, paure e dolori incancreniti e velenosi. Tra le interpretazioni vocali spiccano quelle di Richard Armitage, Graham McTavish e James Callis, rispettivamente nei ruoli di Trevor, Dracula e Alucard.

Castlevania ha ottenuto un buon apprezzamento da parte di pubblico e critica, e sarebbe stato interessante vedere cosa Ellis avrebbe potuto sviluppare per il futuro. Purtroppo, però, lo showrunner è stato allontanato dal progetto a seguito di alcune accuse di manipolazione e abusi emotivi nei confronti di diverse sue partner. Al di là della delle considerazioni di carattere legale e morale, che non possono certo essere sviscerate in questa sede, quello che resta è una serie da vedere, che scorre ma che non scivola via. Una serie che, seppur con qualche sbavatura e scucitura, ha dentro di sé diversi combattimenti davvero entusiasmanti, inframmezzati da scambi notevoli che raccontano con delicata crudezza la contraddittorietà dell’amore e della vendetta.

Un risultato non da poco, nel marasma di prodotti seriali inutili e dimenticabili che intasano i cataloghi delle piattaforme streaming.

Castlevania: Nocturne | No Spoiler

Basato molti anni dopo la prima serie, Castelvania: Nocturne adatta liberamente il videogioco per PC Engine del 1993 Castlevania: Rondo of Blood, e si ambienta in Francia, negli anni della Rivoluzione. 

La storia segue le gesta del giovane Richter Belmont, nuovo ultimo discendente dell’omonimo clan di ammazza-vampiri. Il ragazzo, spiritoso e intrepido, vive con la madre adottiva Tera e sua figlia Maria in un paesino della Francia rurale, nel quale un gruppo di rivoluzionari si sta organizzando per sterminare un gruppo di vampiri nobili che ha fatto il proprio covo nella villa di un marchese locale. Maria e Richter si mettono a capo di questo gruppo, coadiuvati da Annette ed Eduard, due schiavi liberati dominicani che sospettano il coinvolgimento di Erzsebet Bathory, una potente e antica vampira demoniaca che si appresta a portare la notte eterna e quindi la vittoria definitiva dei vampiri sugli umani, e quindi dell’aristocrazia sui rivoluzionari. 


Negli otto episodi della prima stagione, Castelvania: Nocturne riesce a mantenere solido l’impianto tecnico e narrativo stabilito dalla prima serie. Le interpolazioni e innesti digitali migliorano in fluidità ed eleganza, e la narrazione procede linearmente, dando a ciascun personaggio la possibilità di iniziare ad esprimersi. L’azione, concitata e a volte un po’ disorientante per qualche eccesso di dinamismo grafico e registico, non è comunque mai fine a sé stessa, e viene adoperata, come accade nella prima serie, per stabilire meglio tratti caratteriali dei personaggi e per portare avanti la trama, riducendo così al minimo necessario le spiegazioni nei dialoghi. 

Anche qui, le interpretazioni sono di buon livello e utili nel riverberare il mondo interiore dei personaggi. Si segnalano nello specifico Edward Bluemel nel ruolo di Richter, spavaldo ed eppure fragile, e Pixie Davies nei panni di Maria, fervente ed emotiva.

Il tema principale è chiaramente la rivalsa degli sfruttati sugli sfruttatori, ma anche il prezzo che una rivoluzione richiede a tutte le parti in campo, da un lato e dall’altro della barricata. Benché la divisione tra bene e male sia abbastanza netta e manierista, il nuovo show-runner Clive Bradley riesce comunque a tracciare qua e là delle riflessioni interessanti sulla natura traumatica e sanguinosa e svolte irragionevole delle rivoluzioni, nelle quali restano incastrate anche tante vittime innocenti. 

Spoiler Warning!

Attenzione!

Da cui in poi ci si addentra negli spoiler, sia per Castlevania che per Castlevania: Nocturne! Non procedete se volete scoprire da voi queste serie, cosa che consiglio vivamente, sempre.

Castlevania – Spoiler

Tutto inizia con la curiosità, il coraggio e l’incoscienza di una donna, che affronta paure e leggende e decide di interrogare l’oscuro signore del castello perché le insegni la sua scienza e la sua medicina, che lei vuole adoperare per fare del bene. La donna è Lisa, e l’oscuro signore è Dracula, che si innamorano nonostante le proprie diversità, aprendo la porta per una nuova era di illuminazione e affrancamento dalle ombre del medioevo.

Ma in un’era in cui il progresso è una minaccia, una donna con tali aspirazioni non può che venire processata e condannata a morte per stregoneria. Distrutto e reso folle dalla perdita e dal senso di colpa Dracula scatena quindi il suo armageddon, che è in parte ritorsione e in parte richiesta disperata  di aiuto, di pace, di silenzio. Nel mezzo, troviamo le storie delle vittime incolpevoli, dei carnefici della corte di Dracula che approfittano della situazione per proprio tornaconto, e ovviamente dei protagonisti che si oppongono ad una fine così ingiusta.

Mentre Alucard è mosso da un senso di responsabilità nel fermare il padre impazzito, Trevor e Sypha si riscoprono eroi quasi per caso, a dispetto delle proprie debolezze, innamorandosi poi a poco a poco, a dispetto delle proprie differenze.

Quando, al termine di un combattimento estenuante, Dracula è sul punto di uccidere Alucard, tutto si ferma, l’epica di spegne. Ciò che rimane è la tragica consapevolezza di un padre, che si rifiuta di uccidere il figlio. A quel punto, quasi come inconsulto atto di misericordia, come per impedirgli di nuocere oltre a sé stesso e agli altri, è Alucard a trafiggere e uccidere Dracula, in una scena a dir poco raggelante e traumatizzante.

La pietà di Alucard pone fine alla follia di Dracula, ma innesca un nuovo ciclo.

Dalla terza stagione, tutte le parti in campo si riorganizzano, chi per dare un nuovo ordine al mondo, più giusto o semplicemente fatto propria immagine e somiglianza, chi invece per tornare indietro e riportare lo stesso Dracula in vita perché completi il suo lavoro. La quarta stagione chiude il cerchio, in maniera certamente spettacolare, ma un po’ brusca, con alcune sottotrame risolte semplicemente “di forza”, ovvero con una colossale battaglia finale.

La missione di Isaac, ad esempio, che da seguace di Dracula diventa prima un suo erede e poi un re illuminato è tirata via senza pathos, lasciando un po’ di amaro in bocca, vista l’enfasi dedicata fino a quel momento alla sua evoluzione. Più efficaci, nella loro linearità, sono invece le fini di due personaggi negativi ma intriganti come Carmilla e Saint Germain, che soccombono tristemente sotto il peso dei propri peccati, delle proprie ambizioni ed egoismi.

Nel finale, Trevor accetta di immolarsi per distruggere lo Spirito della Morte (cattivo machiavellico finale). Tuttavia, un morente Saint Germain apre un varco nel Corridoio Infinito (un grande nexus tra tempi, luoghi e dimensioni, nonché mcguffin della terza stagione) e lo trasporta in salvo un attimo prima dell’esplosione che avrebbe ucciso il protagonista. Si tratta sicuramente di un modo per riabilitare anche Saint Germain, divenuto a tutti gli effetti un villain nel corso della quarta stagione, ma anche di dimostrare l’evoluzione di Trevor, che da vagabondo alcolizzato ed egoista, è divenuto un eroe, pronto a sacrificarsi per salvare così il mondo nel quale Sypha vivrà con loro figlio.

Il lieto fine, ma guadagnato con sangue e dolore, è quindi quello riservato a Trevor, Sypha e Alucard, che pur feriti e sofferenti nel corpo e nella mente, si preparano a lavorare per aprire davvero la porta all’era di pace, progresso e giustizia immaginata da Lisa.

Per uno strano gioco del destino, l’ossessione di molti lungo la serie, quella cioè di riportare Dracula sulla terra, si avvera nel finale, ma non nel segno dell’apocalisse, bensì dell’amore. Con Dracula torna infatti anche Lisa, ma stavolta i due scelgono di assistere da spettatori alla nuova società che Trevor, Sypha e Alucard si impegneranno a costruire.

Castlevania: Nocturne | Spoiler

La serie inizia immediatamente col trauma formativo di Richter Belmont, non certo innovativo ma efficace nella presentazione: la morte di sua madre per mano del vampiro Olrox. 

Richter vivrà il resto della propria vita turbato da questo avvenimento, al punto di perdere il potere magico che gli deriva dal clan Belnades. La serie si costruisce in parte sulla lotta di Richter di affrontare questo trauma e riprendere il controllo della sua magia, con la quale perseguire la causa della rivoluzione. Nel farlo, incontrerà e si confronterà anche Juste Belmont, suo nonno e protagonista del videogioco Castlevania: Harmony of Dissonance, uscito per Game Boy Advance nel 2002. 

Ben sviluppati sono anche Maria, che da fervente rivoluzionaria inizia a mettere in prospettiva le conseguenze della rivolta, e Annette, che osserva con orrore il suo amico e liberatore Eduard venire ucciso e trasformato in una mostruosa creatura della notte. Lo stesso Eduard, un vero e proprio faro di emancipazione ed autodeterminazione, riesce a non soccombere alla sua nuova identità e addirittura a risvegliare le coscienze di altre creature della notte. Altro personaggio delineato con gusto è l’Abate, padre biologico di Maria e mastro fabbro che si allea con i vampiri per schiacciare la Rivoluzione, a suoi occhi un atto blasfemo verso Dio. In questo personaggio si concentrano grandi contraddizioni e dubbi che lo rendono al tempo stesso riprovevole e patetico. 

Nel finale, l’arrivo della sadica Erzsebet Bathory sembra sancire la fine della rivoluzione e dei nostri eroi: la cosiddetta “Messia dei Vampiri” si tramuta nella Dea Egizia Sekhmet e sgomina facilmente gli eroi, chiedendo infine all’Abate di sancire con un sacrificio la propria fedeltà. Tera si immola al posto Maria, in un tragico parallelismo del sacrificio biblico di Isacco, divenendo così una vampira. Il resto del gruppo, braccato e sul punto di essere sterminato, viene però salvato in extremis da Alucard, che si allea con loro per il contrattacco. La serie si chiude così con questo colpo di scena, non di certo raffinato, ma certamente d’effetto. 

Conclusioni

Castlevania è una serie con diverse frecce proprio arco: design attraente, musiche meravigliose, storytelling concreto, regia a tratti salda e attimi di profondità che colpiscono e fanno riflettere. La serie ideale per chi cerca un divertimento non del tutto superficiale.

Castlevania: Nocturne, ad oggi, mantiene la stessa linea, con un migliorato comparto visivo e tecnico e una nuova pletora di personaggi e situazioni da esplorare.

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Classe ‘92. Laureato in/appassionato di: lingue, letterature e culture straniere. Giornalista pubblicista, divoratore di storie, scribacchino di pensieri propri e traduttore di idee altrui.

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