Anche se non sembra, è finalmente arrivato l’autunno, e con lui tornano le giornate più fresche e meno frenetiche, da passare magari seduti comodi in compagnia di una bella tazza di tè e un buon libro.

Quindi quale periodo migliore di questo per consigliarvi qualche bel “mattone” da leggere per occupare le vostre pigre serate autunnali? Ancora meglio se il mattone in questione è un thriller ambientato in un prestigioso college del Vermont, tra atmosfere gotiche, misteriosi omicidi ed enigmatici professori di greco antico.

Sto parlando di Dio di Illusioni (The secret history in originale) thriller di Donna Tartt pubblicato nel 1992 ma che, grazie ai social, già da qualche anno gode di rinnovata popolarità. Io stessa ne sono venuta a conoscenza sul web e, incuriosita dalla trama, ho deciso di dargli una chance e non me ne sono pentita.

Tra le cose che ho più apprezzato del romanzo ci sono sicuramente i personaggi e lo stile di scrittura di Donna Tartt, ma procediamo con ordine partendo dalla trama.

Trama

Il romanzo segue la storia di Richard Papen, un giovane californiano che, essendo molto intelligente e abile nello studio, viene ammesso in un prestigioso college del Vermont, dove rimane immediatamente affascinato dal professor Julian Morrow, che tiene un esclusivo corso di greco antico, talmente esclusivo che ha solo cinque studenti, tutti belli e ricchi e viziati. Dopo vari tentativi, Richard riesce ad iscriversi al corso dell’enigmatico professor Morrow, ma più si addentra nell’alone di mistero che circonda il professore e i suoi studenti, più si rende conto che il corso non è dedicato solamente allo studio della lingua e della letteratura classica. I ragazzi, con l’approvazione del professore, sono dediti anche all’osservazione dei culti e alla riproduzione dei rituali tipici dei greci antichi, ricorrendo anche a droghe, alcool e alla violenza, abitudine che li porterà inevitabilmente alla tragedia, lasciandoli alle prese con tremendi sensi di colpa e un terribile crimine da nascondere.

Personaggi

Uno dei punti di forza del romanzo sono sicuramente i personaggi… che ho odiato profondamente. Si può amare un libro di cui si detestano tutti i personaggi? Prima di leggere Dio di Illusioni pensavo di no, invece mi sono dovuta ricredere. Non ho empatizzato con nessuno dei personaggi e nonostante ciò li ho trovati tutti estremamente piacevoli da leggere ed affascinanti, essendo molto ben scritti e caratterizzati. Addirittura, il personaggio che ho trovato più interessante e piacevole da leggere è quello che ho odiato di più nel corso della lettura, (lo so che sembra un controsenso ma è così!).

Ho trovato particolarmente interessante Richard Papen, che è a tutti gli effetti un ‘protagonista-non protagonista’, una figura di primo piano ma passiva: tutta la storia in un certo senso parla di lui ma in fin dei conti gli eventi non lo riguardano in prima persona, è solo spettatore e narratore di ciò che accade attorno a lui. Si tratta anche un narratore estremamente inaffidabile: chi legge conosce solamente la sua versione della storia, vista attraverso la lente offuscata della profonda ammirazione, o per meglio dire venerazione, che nutre nei confronti degli altri personaggi.

Stile

Dio di Illusioni è un thriller atipico, con un incipit che ci svela già il finale: già nella prima riga ci viene detto qual è il crimine commesso e poche righe dopo si intuisce facilmente di chi è la colpa. L’intrigo quindi non sta nello scoprire il colpevole bensì nello scoprire come si è creata la situazione che ha portato i colpevoli a commettere il crimine. Di conseguenza, a parte qualche piccola eccezione, il romanzo non presenta particolari colpi di scena, ma Donna Tartt è comunque riuscita a tenermi incollata alle pagine, sempre più ansiosa di scoprire cosa è accaduto ai personaggi e cosa li ha spinti ad agire in quel modo.

Questo è sicuramente merito della grande abilità dell’autrice che scrive in modo incredibilmente intrigante e scorrevole pur essendo molto descrittiva e minuziosa, specialmente per quanto riguarda ambienti e personaggi. Il risultato è un romanzo molto coinvolgente e abbastanza scorrevole nonostante tratti di temi non semplici, quali la letteratura classica, gli ambienti accademici d’elite, la violenza e l’abuso di droghe e alcool. C’è da dire però l’attenzione minuziosa ai dettagli della Tartt tende a rendere alcuni passaggi un po’ prolissi, ma fortunatamente si tratta di passaggi molto brevi.

Conclusioni

Ad una prima lettura, la trama può sembrare un po’ pesante ma vi consiglio di non farvi spaventare e di dargli una possibilità, specialmente se amate i thriller, perché a parer mio è un romanzo che merita davvero.

Non è però un libro da prendere alla leggera, infatti non lo consiglio se siete facilmente impressionabili o se in questo momento cercate letture poco impegnative per distrarvi: Dio di Illusioni richiede attenzione e va letto con la giusta mentalità, possibilmente senza andare troppo di fretta.

Ma ho parlato già troppo, quindi mi fermo qui e, nella speranza di avervi incuriosito, vi auguro buona lettura!

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Classe '97. Laureata in e appassionata di lingue e letterature europee. Social media manager per sbaglio, aspirante traduttrice, divoratrice seriale di libri. Giocatrice di ruolo, collezionista di dadi, amante di cinema e giochi da tavolo.

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