Ritorna a navigare per i nostri lidi il marinaio più famoso del Fumetto: Corto Maltese, il personaggio creato da Hugo Pratt, questo settembre è già sold-out in libreria con Oceano Nero, edito da Cong (la società che detiene i diritti di tutta l’opera artistica di Pratt).

Si tratta di una storia inedita del lupo di mare nato nel 1967 dalla mente del genio artistico e letterario di Malamocco.

Dopo i bei racconti proposti dagli iberici Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero, lo scrittore Martin Quenehen e il disegnatore Bastien Vivès effettuano ora un ardito e discutibile salto temporale, ambientando nei primi anni 2000 la storia di un giovane (poco più che ventenne) Corto Maltese, tra terroristi e narcotrafficanti, poco prima del terribile attacco terroristico che cambiò il nostro mondo.

Ardita scelta?

Sicuramente tre generazioni di lettori che hanno navigato, viaggiato e sognato attraverso le sue epiche e oniriche avventure avranno di che discutere e riflettere.

Il restyling, o meglio, la ricollocazione temporale è una metodologia di attualizzazione di un personaggio che più volte abbiamo visto adottare (vedi Spider-Man) per catturare un nuovo pubblico, ma ai vecchi lettori cosa resta?

Chi vi scrive appartiene proprio alla generazione dei vecchi lettori, che con Corto Maltese sognavano di poter vivere avventure esotiche in isole dell’emisfero australe, di poter ballare con affascinanti Tanghere in fumose milonghe argentine, di poter dividere una bottiglia di pessimo alcool con lo scrittore del Richiamo della Foresta, o di potersi perdere in sogni misteriosi alla ricerca dell’Isola di MU.

Cosa ci accomunava al libero e indipendente marinaio, se non il desiderio di evadere?

Evadere dai conformismi, dalle istituzioni, dalle colorazioni, dalle costrizioni, evadere dal potere costituito.

Corto Maltese non è un eroe, e Hugo Pratt gli fa dire queste parole: “Non sono un eroe, mi piace viaggiare e non amo le regole, ma ne rispetto una soltanto, quella di non tradire mai gli amici. Ho cercato tanti tesori senza mai trovarne uno, ma continuerò sempre, potete contarci, ancora un po’ più in là…”

Questo è Corto Maltese: un Uomo Libero, che non fa compromessi, che indossa una Giubba, ma che non veste una Bandiera. Sempre il suo Creatore lo fa dichiarare Apolide: Cittadino del mondo. Che termine desueto. Presumo che il 90 per cento dei Millenians non sappia neppure cosa significhi, non per ignoranza ma per mancata conoscenza.

Nelle sue avventure, Corto Maltese si schiera sempre con i più deboli, ma mantiene anche rapporti ed amicizie con discutibili e spietati criminali come Rasputin o Venexiana Stevenson, ma mai per connivenza ed opportunità.

Allora rifaccio la domanda di prima: un personaggio può essere ricollocato in un’era che non gli appartiene?

Il nome “Corto”, come Pratt spiegò, deriva da una locuzione in dialetto andaluso, e significa “svelto di mano“. Forse è questa l’unica assonanza al nuovo millennio. Perché il nostro bel marinaio è stato istruito alla lettura lenta di testi antichi e forse magici. Non ha fretta, viaggia lentamente, non ha connessioni e legami occasionali, ma intreccia rapporti e amicizie profonde. Non è attirato dall’ “ora e subito”, ma sa attendere ed aspettare.

Attraverso le 29 storie da lui mirabilmente narrate, Pratt ha dato vita, con Corto Maltese, a un fumetto pensato non solo per i più piccoli, ma forse principalmente per gli adulti. Un Fumetto, che ricorda i grandi romanzi d’avventura di Conrad, Melville, Lewis, Cooper e Dumas, che l’autore stesso aveva definito “Letteratura Disegnata”, e che con quel suo tratto smorzato e i suoi incredibili acquerelli ci farà continuare a sognare per sempre.

Lunga Vita a Corto Maltese.

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Roberto Di Maio
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